Roberto Baggio, le frasi celebri del Divin Codino

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Per molti ‘Divin codino’, per molti altri il ‘Raffaello’ del calcio, paragone rinascimentale per sottolinearne l’eleganza e il talento. Per tutti Roberto Baggio. Trattasi di uno dei calciatori più forti della storia del calcio. Nasce a Caldogno il 18 febbraio 1967 e fin dai primi passi nel mondo sportivo si capisce che è un predestinato. Nonostante i numerosi e gravi infortuni che costelleranno la sua carriera, Baggio riuscirà a imporsi come un giocatore eccezionale, dotato di tecnica sopraffina e di uno spiccato fiuto per il gol. Nel 1993 viene insignito del prestigioso Pallone d’oro.

Di formazione cattolica, ha in seguito abbracciato la filosofia buddhista, aderendo alla Soka Gakkai dal 1º gennaio 1988. Negli anni, inoltre, si è sempre impegnato in iniziative benefiche divenendo anche Ambasciatore FAO. Il 9 novembre 2010 gli è stato assegnato il Peace Summit Award 2010.

Di seguito è proposto un elenco di frasi celebri di Roberto Baggio, campione dentro e fuori dal campo.

Lo sforzo e il duro lavoro costruiscono un ponte tra i sogni la realtà.

La passione muove ogni cosa, è una forza davvero straordinaria.

Gli eroi quotidiani sono quelli che danno sempre il massimo nella vita.

Il calcio è stata la mia passione da sempre. Mi portavo il pallone al bagno, per giocare.

Avere problemi o sbagliare è semplicemente una cosa naturale, è necessario non farsi sconfiggere.

Non c’è vita senza passione e questa la potete cercare solo dentro di voi. Non date retta a chi vi vuole influenzare. La passione si può anche trasmettere. Guardatevi dentro e lì la troverete.

Io sono convinto di aver avuto un buon aiuto da madre natura.

Quando sei in una squadra, quando vivi in un ambiente, “quella” è la tua maglia. E cerchi sempre e comunque di onorarla.

Il sacrificio è l’essenza della vita, la porta per capirne il significato.

Quando si dice che la maglia azzurra è il punto di arrivo per ogni giocatore si dice solo la verità.

Quando mi presentai a Firenze tutto rotto con le stampelle vidi le facce di tifosi e dirigenti… erano un po’ perplessi come per dire: “È questo il nuovo acquisto? Mah!”

L’ho ripetuto mille volte: io alla Juve non ci vado. Lo scriverò sui muri di casa.

Se devo affogare, meglio farlo nel mare che in una pozzanghera.

Guardate al futuro e avanzate.

Quello che rende una vita riuscita è gioire di quello che si fa. Ricordo la gioia nel volto stanco di mio padre e nel sorriso di mia madre nel metterci tutti e dieci, la sera, intorno ad una tavola apparecchiata.

Ho subito da giovane incidenti alle ginocchia che mi hanno creato problemi e dolori per tutta la carriera. Sono riuscito a convivere e convivo con quei dolori grazie al sacrificio che, vi assicuro, non è una brutta parola.

Io credo che nella vita le persone debbano dare tutto quello che hanno… poi… non c’è scritto da nessuna parte che bisogna sempre far risultato nelle cose.

Da piccolo avevo un sogno ricorrente. Immaginavo di giocare la finale di un Mondiale con il Brasile. Io sono uno di quegli esseri umani fortunati che può dire di aver realizzato un sogno. Ho sofferto tanto, ho stretto i denti, ho pianto e avuto paura. Ma poi quel giorno è arrivato.

Avevo quell’immagine in testa da quattro anni. Mi stavo avvicinando al dischetto e ho pensato: “Tiralo forte, tiralo forte. Se lo sbaglio? M’ammazzo…”
(Riferendosi al rigore sbagliato nella finale del Mondiale del 1994)

Javier Zanetti è fantastico. Lui vuole essere Baggio? E io vorrei essere lui, è indistruttibile.

Andrea Pirlo ha qualcosa che non si vede spesso in giro.

Mario Balotelli? Ci vorrei parlare un po’. Per me è uno dei giocatori più forti nel panorama mondiale. Ma sembra voler dare agli altri l’idea di quello che forse non è.

Posso solo dirgli grazie. Carlo Mazzone mi ha dato, credendo ancora in me, la possibilità di vivere quattro anni in più di calcio, anni belli, pieni di significato. È una persona schietta, sincera, in un mondo in cui spesso vanno avanti i ruffiani, i leccaculo, gli opportunisti.