Salvatore Quasimodo: frasi e citazioni del poeta ermetico

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Salvatore Quasimodo è stato un celebre poeta italiano. Vissuto tra il 1901 e il 1968, l’autore è considerato una delle voci più importanti dell’ermetismo. Attraverso le sue opere il poeta ha riflettuto sugli orrori della guerra, la solitudine e il senso di sradicamento dell’uomo ed è stato insignito del Premio Nobel per la Letteratura nel 1959.

Quasimodo è stato anche un grande traduttore e con la sua opera ha contribuito alla diffusione di alcuni componimenti dell’età classica ma anche di opere teatrali di Molière e William Shakespeare.

In questa pagina sono state raccolte le frasi più belle e le citazioni più importanti tratte dalle poesia di Salvatore Quasimodo.

La rassegnazione alla solitudine, opposta al dolore lucreziano, avvicina a noi Virgilio più degli altri poeti latini dell’antichità classica.

Ognuno sta solo sul cuor della terra
trafitto da un raggio di sole:
ed è subito sera.

E quel gettarmi alla terra, quel gridare alto il nome del silenzio, era dolcezza di sentirmi vivo.

S’udivano stagioni aeree passare, nudità di mattini, labili raggi urtarsi.

Avara pena, tarda il tuo dono in questa mia ora di sospirati abbandoni.

Ed è morte, uno spazio nel cuore.

Non so odiarti: così lieve, il mio cuore d’uragano.

Invano cerchi tra la polvere, povera mano, la città è morta.

Alle fronde dei salici, per voto, anche le nostre cetre erano appese: oscillavano lievi al triste vento.

E come potevamo noi cantare. con il piede straniero sopra il cuore, fra i morti abbandonati nelle piazze sull’erba dura di ghiaccio, al lamento d’agnello dei fanciulli, all’urlo nero della madre che andava incontro al figlio crocifisso sul palo del telegrafo?