Albert Camus, 36 citazioni fantastiche

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Albert Camus, è stato un filosofo e giornalista francese che fu insignito del premio Nobel per la letteratura nel 1957. Artista dall’opera multiforme, Camus ha dato voce ad un’epoca segnata da grandi tragedie e profonde trasformazioni sociali e culturali.

Nato a Mondovi, in Algeria, da una famiglia di umilissime origini, Albert Camus è stato anche saggista e drammaturgo. Nelle sue opere lo scrittore ha indagato il senso dell’assurdità dell’esistenza e il desiderio di rivolta. Tra le sue opere più celebri si annoverano Lo straniero e La peste.

Di seguito alcune delle più celebri citazioni di Albert Camus che ben ne sintetizzano il pensiero e l’ideologia.

L’importante non è che sia un bel modo di ragionare, ma che faccia riflettere.

L’onore è l’ultima ricchezza del povero.

Ogni rivolta è nostalgia d’innocenza e anelito all’essere.

Lo schiavo comincia col reclamare giustizia e finisce per volere la sovranità. Ha bisogno di dominare a sua volta.

La vera passione del ventesimo secolo è la servitù.

Persino da un banco di imputato è sempre interessante sentire parlare di sé.

La grandezza dell’uomo è nella decisione di essere più forte della sua condizione.

Quelli che hanno veramente qualcosa da dire non parlano.

L’uomo è la sola creatura che rifiuti di essere ciò che è.

Quando non c’è speranza, bisogna inventarsela.

Per essere felici non ci si deve occupare troppo del prossimo.

Ogni uomo è un criminale senza saperlo

Vivere è verificare.

L’assurdo è la lucida ragione, che accetta i propri limiti.

L’inferno è il paradiso più la morte.

Là dove regna la lucidità, la scala dei valori diventa inutile.

Il vizio più disperato è quello dell’ignoranza che crede di saper tutto e che allora si autorizza a uccidere.

Soltanto la musica è all’altezza del mare.

Quando saremo tutti colpevoli, ci sarà la democrazia.

Solitudine, lusso dei ricchi.

Come vivere senza qualche buona ragione di disperare!

La rivoluzione consiste nell’amare un uomo che ancora non esiste.

Una certa continuità nella disperazione può generare la gioia.

L’avvenire è il solo tipo di proprietà che i padroni concedono volentieri agli schiavi.

Amo mia madre e la giustizia, ma fra mia madre e la giustizia scelgo mia madre.

È noto che la patria si riconosce sempre al momento di perderla.

Forse è meglio per Dio che non crediamo in lui.

Anche nella distruzione c’è un ordine, ci sono dei limiti.

Quando non si ha carattere bisogna pur darsi un metodo.

Trovare il modo d’andare fuori misura nella misura.

La povertà è una condizione la cui virtù è la generosità.

Se coloro che ci amano potessero sapere com’eravamo prima di incontrarli, allora saprebbero quanto ci hanno trasformati.

La stupidità insiste sempre.

Un solo capo, un solo popolo, significa un solo signore e milioni di schiavi.

Dopo una certa età ognuno è responsabile della sua faccia.

L’autunno è una seconda primavera dove ogni foglia è un fiore.