Ernest Hemingway, le frasi celebri dello scrittore

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Ernest Hemingway è stato un celebre scrittore e giornalista americano. Tra le sue opere più famose ci sono romanzi come Addio alle armi e Festa mobile. Tra gli scrittori più acclamati e apprezzati della sua generazione, l’autore ricevette il Premio Pulitzer nel 1953 per Il vecchio e il mare e nel 1954 fu insignito del Premio Nobel per la Letteratura.

Il suo stile ha influenzato la scrittura del romanzo nel corso del XX secolo. Lo scrittore morì suicida nel 1961.

Ecco di seguito alcune frasi tratte dalle opere e gli scritti di Ernest Hemingway.

Ogni giorno è un nuovo giorno.

Ora non è il momento di pensare a quello che non hai. Pensa a quello che puoi fare con quello che hai.

Prima si chiede in prestito. Poi si chiede l’elemosina.

È il grande inganno: la saggezza dei vecchi. Non diventano saggi. Diventano attenti.

È nella sconfitta che si diventa cristiani.

Tutti gli uomini che pensano sono atei.

«Non si dovrebbe mai desiderare troppo» disse il colonnello. «Perché si rischia sempre di ottenere quel che si desidera.»

Era impossibile salutare gli stranieri come gli italiani senza sentirsi imbarazzati. Il saluto italiano non si è mai potuto esportare.

Perché ci siamo solo noi due e nel mondo ci sono tutti gli altri.

L’individuo, il grande artista, quando viene, adopera tutto ciò che si è scoperto o conosciuto nella sua arte fino a quel momento e poi va oltre ciò che è stato fatto e conosciuto e crea qualcosa di suo.

Non c’è rimedio a niente nella vita.

Sono stato solo mentre ero con molte ragazze e questo è il modo in cui si può essere più soli.

So che la notte non è come il giorno: che tutte le cose sono diverse, che le cose della notte non si possono spiegare nel giorno perché allora non esistono, e la notte può essere un momento terribile per la gente sola quando la loro solitudine è incominciata.

Era considerata una virtù non parlare se non in caso di necessità, sul mare.

La fame è un’ottima disciplina e t’insegna molte cose.

Ezra era lo scrittore piú generoso che io abbia mai incontrato, e anche il piú disinteressato.

Non lo disse ad alta voce perché sapeva che a dirle, le cose belle non succedono.

Nessuno dovrebbe mai restar solo, da vecchio, pensò. Ma è inevitabile.

Il dolore non deve avere importanza per un uomo.

L’uomo non è fatto per la sconfitta. Un uomo può essere distrutto, ma non può essere sconfitto.

Il coraggio percorre una distanza breve; dal cuore alla testa, ma quando se ne va non si può sapere dove si ferma; in un’emorragia, forse, o in una donna, ed è un guaio essere nella corrida quando se n’è andato, dovunque sia andato.

I libri più lunghi sulla Spagna, di solito sono scritti da tedeschi che ne fanno una visita intensiva e poi non ritornano più indietro.

La corrida è basata sul fatto che è il primo incontro tra l’animale allo stato selvaggio e l’uomo a piedi. Questa è la premessa fondamentale della corrida moderna; che il toro non sia mai stato prima nell’arena.

Ritengo che da un moderno punto di vista morale, vale a dire da un punto di vista cristiano, l’intera corrida sia insostenibile; c’è senza dubbio molta crudeltà, c’è sempre pericolo, sia voluto sia inaspettato, e c’è sempre morte.

Il vino è uno dei maggiori segni di civiltà nel mondo.